Poche settimane...e Natale arriva!
E noi della rubrica regionale L'Italia nel piatto potevamo non proporre per questo mese un tema con le ricette natalizie? E certo che no, eccovi quindi suggerimenti, idee e consigli per la tavola delle prossime .feste.
Sulla mia tavola trovate i Sannacchiùdere, un dolce tradizionale di Taranto e provincia, un dolce povero e di conseguenza preparato con pochissimi ingredienti, delle chicche uno tira l'altro!
Ho fatto una ricerca in rete e sui libri di cucina pugliese, beh la ricetta dei Sannacchiùdere che più mi ha convinta è quella di Ornella (tarantina doc) del blog Ammodomio , direi una ricetta perfetta questa di sua zia Rachele, grande cuoca...! Mi sono venuti buonissimi e friabilissimi...grazie Ornella ! Per Natale sicuramente ne farò in abbondanza, magari anche da regalare visto il successo in famiglia!
Pur assomigliando parecchio a Struffoli napoletani e Purcedhruzzi salentini, hanno ingredienti diversi, niente uova e lievito e neanche frutta candita o essenza di fiori d'arancia.
Sannacchiùdere...da dove deriva questo nome?
In dialetto tarantino "s'hanno a chiuder" cioè "si devono chiudere" in dispensa. Una leggenda narra che una donna in tempi di povertà, con scarti di farina e pochissimi altri ingredienti, s'inventò questo misero dolce ma che poi, immerso nel miele, divenne buonissimo tanto che la donna fu costretta a chiudere in dispensa i "Sannachiudere" per non farli finire troppo presto dai piccoli della famiglia che apprezzarono molto questo dolce.
Dal libro di cucina pugliese di L. Sada invece: il tarantino sannachiutele non è separabile dal sal. sandùcculi, dal greco medio sentokion cioè "capsula" "cassettina". Nella forma tarantina, che è la più diffusa in Puglia, si sovrappone "zanna", cioè "dente" (cfr. ferdin. sanagghjare (= dentatura) riferendosi alla forma, come a Carosino, Grottaglie, Manduria sono detti "vangali" (da "ganga", cioè molare, dente molare).
"L'Italia nel piatto" con questo appuntamento augura Buone feste a tutti voi...ci vediamo il prossimo anno...con altre puntate tutte da scoprire!
un abbraccio MILENA
Vediamo ora la ricetta
Ingredienti:
500 g. di farina 00
50 g. di zucchero semolato
100 ml. di olio evo
mezzo bicchierino di anice
mezzo bicchierino di rum bianco (sostituibile con alcool per liquore)
vino bianco q.b. per impastare ( circa 1 bicchiere)
1 pizzico di sale, cannella, chiodo di garofano
1 buccia di mandarino e di arancia
olio evo per friggere ( io metà olio evo e metà strutto)
500 g. circa di miele
confettini colorati
Procedimento:
Mettere a scaldare i 100 ml. di olio evo con le bucce di mandarino e arancia, poi eliminare le bucce e far intiepidire.
Sulla spianatoia mettere la farina con lo zucchero, i liquori, i 100 g. di olio aromatizzato con le bucce di mandarino e arancia, sale, cannella, chiodo di garofano ed impastare con vino bianco fino a far diventare l'impasto morbido come quello degli gnocchi. tagliare dei pezzi, fare a rotolini e tagliare a tocchetti grandi quanto mandorle sgusciate, passarli sul dorso della grattugia proprio tipo gnocchi.
Friggerli in olio evo a poco per volta, scolarli e farli sgocciolare su carta da cucina.
Poi passarli man mano nel miele che sarà stato scaldato, adagiarli nel piatto da portata e decorare con confettini colorati.
Andiamo ora a curiosare nelle cucine delle altre regioni...quali saranno le loro specialità per il Natale?
E noi della rubrica regionale L'Italia nel piatto potevamo non proporre per questo mese un tema con le ricette natalizie? E certo che no, eccovi quindi suggerimenti, idee e consigli per la tavola delle prossime .feste.
Sulla mia tavola trovate i Sannacchiùdere, un dolce tradizionale di Taranto e provincia, un dolce povero e di conseguenza preparato con pochissimi ingredienti, delle chicche uno tira l'altro!
Ho fatto una ricerca in rete e sui libri di cucina pugliese, beh la ricetta dei Sannacchiùdere che più mi ha convinta è quella di Ornella (tarantina doc) del blog Ammodomio , direi una ricetta perfetta questa di sua zia Rachele, grande cuoca...! Mi sono venuti buonissimi e friabilissimi...grazie Ornella ! Per Natale sicuramente ne farò in abbondanza, magari anche da regalare visto il successo in famiglia!
Pur assomigliando parecchio a Struffoli napoletani e Purcedhruzzi salentini, hanno ingredienti diversi, niente uova e lievito e neanche frutta candita o essenza di fiori d'arancia.
Sannacchiùdere...da dove deriva questo nome?
In dialetto tarantino "s'hanno a chiuder" cioè "si devono chiudere" in dispensa. Una leggenda narra che una donna in tempi di povertà, con scarti di farina e pochissimi altri ingredienti, s'inventò questo misero dolce ma che poi, immerso nel miele, divenne buonissimo tanto che la donna fu costretta a chiudere in dispensa i "Sannachiudere" per non farli finire troppo presto dai piccoli della famiglia che apprezzarono molto questo dolce.
Dal libro di cucina pugliese di L. Sada invece: il tarantino sannachiutele non è separabile dal sal. sandùcculi, dal greco medio sentokion cioè "capsula" "cassettina". Nella forma tarantina, che è la più diffusa in Puglia, si sovrappone "zanna", cioè "dente" (cfr. ferdin. sanagghjare (= dentatura) riferendosi alla forma, come a Carosino, Grottaglie, Manduria sono detti "vangali" (da "ganga", cioè molare, dente molare).
"L'Italia nel piatto" con questo appuntamento augura Buone feste a tutti voi...ci vediamo il prossimo anno...con altre puntate tutte da scoprire!
un abbraccio MILENA
Vediamo ora la ricetta
SANNACCHIUDERE
Questi solo con zucchero a velo
Ingredienti:
500 g. di farina 00
50 g. di zucchero semolato
100 ml. di olio evo
mezzo bicchierino di anice
mezzo bicchierino di rum bianco (sostituibile con alcool per liquore)
vino bianco q.b. per impastare ( circa 1 bicchiere)
1 pizzico di sale, cannella, chiodo di garofano
1 buccia di mandarino e di arancia
olio evo per friggere ( io metà olio evo e metà strutto)
500 g. circa di miele
confettini colorati
Procedimento:
Mettere a scaldare i 100 ml. di olio evo con le bucce di mandarino e arancia, poi eliminare le bucce e far intiepidire.
Sulla spianatoia mettere la farina con lo zucchero, i liquori, i 100 g. di olio aromatizzato con le bucce di mandarino e arancia, sale, cannella, chiodo di garofano ed impastare con vino bianco fino a far diventare l'impasto morbido come quello degli gnocchi. tagliare dei pezzi, fare a rotolini e tagliare a tocchetti grandi quanto mandorle sgusciate, passarli sul dorso della grattugia proprio tipo gnocchi.
Friggerli in olio evo a poco per volta, scolarli e farli sgocciolare su carta da cucina.
Poi passarli man mano nel miele che sarà stato scaldato, adagiarli nel piatto da portata e decorare con confettini colorati.
Andiamo ora a curiosare nelle cucine delle altre regioni...quali saranno le loro specialità per il Natale?
Piemonte - Il torrone alle nocciole
Liguria - Ravioli di pesce
Lombardia - Bignolata mantovana
Trentino Alto Adige - Weihnachtliches Früchtebrot
http://www.afiammadolce.ifood.it/2015/12/weihnachtliches-fruchtebrot.html
Veneto Biscottini di Natale
Friuli Venezia Giulia - Buaidnik
Emilia-Romagna - Tortellini alla bolognese -http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2015/12/tortellini-alla-bolognese-per-litalia.html
Toscana - Cavallucci e berriquocoli di Siena
Umbria- Pinoccate
Marche I cavallucci di Apiro
Abruzzo " Celli Pieni"dolci tipici della tradizione abruzzese
http://ilmondodibetty.it/celli-pieni-ab…lia-nel-piatto/
Lazio: Ceciaroli
Campania Scialatielli bucati con i purptiell affugat
Basilicata Crispi lucani
Calabria Pitta mpigliata o pitta nchiusa
Puglia: Sannacchiùdere
Sardegna - Pan'e Saba
Il nostro blog: http://litalianelpiatto.blogspot.it/
Ricordano moltissimo gli strufoli che si fanno anche da noi in Basilicata, oltre che in Campania. Davvero quando si comincia a mangiarli non ci si riesce a fermare più! Buonissimi!
RispondiEliminaFanno subito Natale!!!!! Bacioni
RispondiEliminaE' vero concordo con voi somigliano agli Strufoli ( più famosi ) e forse per questo sono poco conosciuti. Ma meno male che ci siamo noi a far conoscere la tradizione culinaria delle nostre Regioni. Almeno con questa ricetta chi non tollera uova e lievito non potrà rinunciare alla dolcezza anche a Natale. Bravissimaaaaaaaaaaaaaaaaa. Un abbraccio
RispondiEliminache bontà!!!!!
RispondiEliminaNon sapevo l origine del nome!!!!
RispondiEliminaGli struffoli sono ovviamente famosi amica mia ma queste palline non hanno nulla da invidiare loro!!! WOW, li voglio provare anch'io! Tu sei sempre speciale, c'è poco da fare <3 tvb
RispondiEliminanon li conoscevo, devo dire che ispirano tantissimo.
RispondiEliminaLI CONOSCO CARA, SONO BUONISSIMI!!!COME STAI???E' MOLTO CHE NON TI SENTO!!!!BACI SABRY
RispondiEliminasono favolosi...li preferisco con lo zucchero a velo, il miele in quantità non mi piace, lo trovo stucchevole, anche se in tanti piatti della tradizione so che è d'obbligo! bravissima!
RispondiEliminaIo li conosco come purcidduzzi (così li chiamano nella famiglia di mia zia, pugliese ma di un'altra zona)! Buoni buoni buoni.. io a quelli coperti di miele non resisto proprio!
RispondiEliminaAssomigliano alla nostra pignolata o cicerata che però sono di pasta d'uovo. Buonissimi, una tira l'altra. Un abbraccio.
RispondiEliminaNoi in abruzzo questo dolce lo chiamiamo "cicerchiata" . Buonissimo !!
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